La porchetta è un piatto tipico del centro Italia. Nello specifico consiste in un maiale intero, svuotato e condito con erbe aromatiche, pepe, sale e interiora che poi finisce per essere arrostito al forno.
Questo alimento si consuma a fette e può essere assunto come un vero e proprio secondo piatto oppure fuori pasto nel panino.
Il suo consumo viene favorito dai venditori ambulanti soprattutto in quelle occasioni in cui vi è un maggiore afflusso di persone come mercati, feste paesano, raduni e concerti.
Le origini della porchetta
La ricetta della porchetta non si sa ancora oggi dove effettivamente sia stata creata per la prima volta.
Gli abitanti del Lazio e in particolar modo quello di Ariccia, rivendicano ad oggi la paternità di tale creazione culinaria. Il piccolo paesino pittoresco e a dir poco stupendo, ha contribuito infatti a dare vita all’inimitabile Porchetta IGP, divenuto un vero e proprio fiore all’occhiello della gastronomia italiana.
Questo piatto era il preferito dell’imperatore romano Nerone e alcune testimonianze raccontano che l’arte di cucinare i porcellini per divenire porchetta sia stata poi tramandata di generazione in generazione nel corso degli anni.
La regione Umbria sostiene però che la porchetta sia nata proprio a Norcia al tempo degli antichi romani mentre diverso è l’avviso dell’Alto Lazio che fa risalire questa squisita rivisitazione della carne del maiale all’epoca degli Estruschi.
Alcune rivendicazioni si fanno sentire infine anche in alcune località delle Marche.
Preparazioni
Con il passare del tempo la ricetta è stata cambiata ed oggi viene riprodotta nella gran parte del Bel Paese. Nella Toscana ad esempio e nei Castelli romani del sud, la porchetta viene aromatizzata con il rosmarino mentre a Campli vi sono differenti tempi, aromi e metodi di cottura e non viene utilizzato il finocchio selvatico.
Per preparare in linea generale la porchetta, si predilige spesso un suino di almeno un anno e con un peso massimo di un quintale. Solamente un volta che l’animale è stato depilato, si procede con il suo lavaggio e con il riempimento.
Una volta aggiunti i sapori, la porchetta viene infilzata con un apposito bastone per poi essere legata all’estremità con lo spago.
La cottura effettuata al forno richiede una durata che va dalle due alle cinque ore e seconda della grandezza del suino e di tanto in tanto occorre controllare il rosolamento.
La tradizione precisa che la porchetta venga cotta nel forno a legna ma spesso tale metodo non assicura il pieno rispetto delle norme serve imposto in materie di igiene. Il forno a legna inoltre non garantisce una cottura uniforme a livelli costanti e spesso rischia di seccare le parti più magre dell’animale.
Per arrostire nel modo migliore la porchetta è necessario quindi prediligere forni in acciaio inossidabile e in alcune zone d’Italia vengono preferite maiali giovani che hanno sei o sette mesi.
La porchetta, per preservare il suo sapore e il suo inconfondibile gusto, deve essere consumata al momento dell’acquisto magari all’interno di un morbido panino.
Le parti più buone e gustose sono quelle magre e grasse mentre la freschezza si riconosce dalla crosta.
Questo piatto può infine essere ripassato in padella insieme ad un filo d’olio, uno spicchio d’aglio e pomodorini.
La porchetta rappresenta quindi a tutti gli effetti l’occasione ideale per prendersi alcuni minuti di pausa e degustare appieno il sapore genuino e gustoso del maiale.