Le frattaglie, conosciute anche come il quinto quarto, rappresentano una delle prelibatezze della cucina romana. Si tratta infatti di una vera e propria tradizione dal gusto prelibato e gustoso. Questa specialità è costituita dalle parti interne dell’animale: una volta considerate come scarto, oggi invece apprezzate per via del loro sapore che risulta decisamente squisito.
Le frattaglie – Una tradizione romana (il quinto quarto)
Spesso accade che le vecchie tradizioni tornano ad essere di moda con il passare del tempo, questo è accaduto anche per il quinto quarto. Oggi viene servito in maniera particolare sulle tavole romane, essendo una specialità della cucina romana. Il piatto è considerato un incrocio tra l’alta ristorazione e la cucina classica delle osterie. Sia i ristoranti che i luoghi tradizionali preparano le frattaglie in maniera diversa, ma ne valorizzano il gusto in base alla loro cucina sia culinaria che raffinata.
Perché le frattaglie vengono chiamate anche quinto quarto?
Il nome quinto quarto nasce per via di un significato logico, ovvero rappresenta tutto ciò che non fa parte nei quattro tagli principali (posteriore e anteriore) dell’animale. Principalmente si tratta delle sue zone più interne, in modo specifico gli organi tra cui: la trippa, il fegato, le zampe, la lingua, i polmoni, le mammelle, i testicoli, l’intestino tenue, la milza, la coda, il cuore, il cervello, i reni e l’intestino.
Dunque le frattaglie contengono grandi quantità interne dell’animale. Durante la consumazione del piatto si avvertono dei sapori forti, dimenticati dal nostro palato a seconda dei cibi che ogni giorno consumiamo per comodità e velocità. Oggi sono numerosi i piatti cucinati con il quinto quarto, molti di essi celebri e famosi per via del gusto speciale e consistente. Tra i cibi più consumati in Italia infatti spicca la trippa, realizzata con le parti interne del bovino. Si tratta di una specialità tipica italiana e molto gradita.
Cucina romana e il quinto quarto
La cucina romana si distingue dalle altre per via della sua gastronomia molto semplice e basica. Grazie alla materie prime che ha sempre avuto, Roma realizza delle prelibatezze uniche e leggere al tempo stesso.
Storicamente a consumare le frattaglie erano i contadini per via della loro condizione economica. Consumavano le parti interne dell’animale per sfamarsi, mentre le parti posteriori e anteriori venivano vendute per sopravvivere. In passato quella rimanenza non era molto gradita dai ricchi, perciò i più poveri dovevano trovare una soluzione per cercare di salvare qualcosa dai resti dell’allevamento.
Oggi grazie alla creatività dei contadini e al buon senso, il quinto quarto è presente nella maggior parte dei ristoranti di Roma e nel resto del territorio italiano.
Da dove nasce principlamente la cucina delle frattaglie?
Il quinto quarto (le frattaglie) nasce in principal modo nel quartiere Testaccio. L’idea è nata in prossimità di un mattatoio che, attraverso gli scarti della macellazione, ha ideato delle specialità povere e prelibate allo stesso tempo. Grazie all’idea di alcuni allevatori oggi abbiamo la possibilità di degustare piatti come la pajata, la trippa e tanto altro ancora.
Dal gusto più raffinato e prelibato è invece la cucina del ghetto della città eterna. Qui si ha l’occasione di degustare nelle trattorie queste prelibatezze uniche e tipiche del posto.
E’ fondamentale apprezzare come un cibo plebeo oggi è considerato essenziale e di alta qualità da tutti gli italiani, ed è altrettanto riconosciuta alla cucina romana la sua bravura nel realizzare dei piatti unici e del tutto squisiti.